Paris- Parte seconda

Uno dei miei maggiori dispiaceri è stato il non poter visitare il Louvre. Ci siamo solo passati, e nel contemplare l’enormità della struttura non ho osato pensare a quali meraviglie mi stessi perdendo. Insomma, questa tappa è stata un colpo al cuore, ed è lì che ho deciso che quando tornerò a Parigi sarà prima di tutto per i musei.

Vorrei anche aggiungere un aneddoto/consiglio: nel marciapiede sul retro del Louvre ci sono delle grate che ho scoperto(troppo tardi)buttare fuori aria a tutta birra stile "Quando la moglie è in vacanza"(vedi video).Ecco, se non volete rimanere col culo di fuori come me non passateci sopra,fate il giro. Toru dice che nessuno ha visto niente tranne lui, ma non ne sarei sicura. Evvai con la figuradimmerda à Paris. Ci stava tutta T__T

"Frescolino alle caviglie, vero?Beh, e ora che facciamo di bello?" πŸ˜›

Toru decide che vuole ritornare in zona Champs élysées perchè ha dimenticato di fare la foto al negozio di Chanel per sua madre(prenderle un souvenir no, eh??) . Così (a denti stretti, lo ammetto!) siam tornati laggiù, abbiamo camminato un’infinità e abbiamo fatto la foto. Passando sul lungo Senna abbiamo visto le famigerate barche per la crociera, forse perchè in piena stagione mi sono sembrate quelle dei profughi che cercano disperatamente di non colare a picco. Decisamente poco romantico. Quindi abbiamo passato, l’idea di dover stare abbracciati ad una masnada di cinesi in mezzo al fiume non ci sembrava poi così allettante.

Giovanna D’Arco

L’ultima meta della giornata è stata Pigalle. Ci siamo arrivati verso le 8 e mezza, dunque pensavamo di mangiare qualcosa in quella zona. Ma a parte il Moulin Rouge, abbiamo trovato solo un botto di sexy shop e ristoranti giapponesi. Convinti di essere tornati a Kabukicho, ci siamo avviati verso l’albergo.

 

E la zona dell’albergo di sera ci ha regalato la piacevole sensazione di essere tipo ad Addis Abeba e di essere sul punto di venir sgozzati da un momento all’altro. L’unica luce, il kebabbaro. Dopo aver girato a vuoto per un bel po’, siamo tornati all’albergo. Il receptionist si è trasformato in un arabo(!), il cui francese mi ha lasciata veramente spiazzata..io non sono tutta sta cima, ma quello non era francese O__O alla fine sono riuscita a capire le sue indicazioni e, al grido di "moriremo tutti!!",siamo infine giunti all’unico ristorante la cui atmosfera ricordasse un minimo la Francia (per carità, il kebab ce lo siamo sparato anche a Venezia, ma per una volta che vai a Parigi…).

Ovviamente, ci hanno pelato per bene (la Francia è la Francia). Io mi sono rimpinzata di formaggio e chi si è visto si è visto, Toru ha ordinato un carpaccio che dopo l’espansione caotica del suo stomaco frutto di due settimane di bagordi non gli è sembrato un granchè come sapore e soprattutto quantità ("Pane e merda", ha commentato serio serio). Però ci siamo davvero divertiti. Il cameriere era identico a Depardieu, ci siamo fatti una bella chiacchierata con lui, e scolati una bottiglia di champagne per dimenticare il conto.

Al ritorno(ero più che brilla,ovviamente) ho lasciato che Toru trovasse la strada dell’albergo mentre me la ridacchiavo "moriremo tutti..ma a sto punto…".

Se son qui per raccontarvelo, vuol dire che siamo tornati sani e salvi,anche se a quell’ora anche il kebabbaro aveva spento le luci e ci trovavamo a brancolare per vicoli in cui non vorresti essere alle 11 di sera. Arrivati in camera dopo aver notato che non c’era nessuna sveglia (ed essendo io veramente impresentabile)  ho mandato Toru alla reception con un bigliettino in cui li pregavo di darci un colpo di telefono. Toru che si esercitava nel "s’il vous plait" e io che gli ridevo in faccia senza ritegno, è stato davvero bellissimo.

Abbiamo dormito veramente bene, e alle 7 in piedi, per visitare Montmartre, il posto che mi è più piaciuto di Parigi. Essendo arrivati lì prima delle 8, tutti i negozi e i bar erano chiusi (non me lo aspettavo, a dire la verità), ma siamo riusciti comunque a far colazione in Place du Tertre, ci siamo sparati la tarte tatin (dolcissimissima!!!) e il caffelatte più annacquato che abbia mai provato. Pura felicità.

(notare che quello di Toru è un "espresso" πŸ˜› )

Poi visita al Sacro Cuore. Bellissimo. Nessun turista, la chiesa aperta da pochi minuti, la luce del mattino che faceva risplendere le vetrate.

Silenzio. Marmo bianco. Parigi tutta per noi, fin dove l’occhio può arrivare.

Veramente il modo migliore per dare l’arrivederci ad una città che merita più di una visita. Nel scendere la scalinata, ci siamo accorti che stavano arrivando le prime orde di turisti, e ci siamo avviati alla fermata della metro, con un sorrisino di trionfo.

Sono rimasta veramente soddisfatta, perchè ho visto tutto quello che mi ero prefissata di vedere, senza nemmeno stancarci troppo grazie al pass.

Anche Toru adesso dice spesso che visitare l’Europa gli ha aperto gli occhi su realtà che non si aspettava di trovare. Dal controllore maleducato ("scusi,può abbassare l’aria condizionata? No,signora, io ho caldo!"-in Giappone l’avrebbero appeso per la pelle del sedere ed esposto al pubblico ludibrio);alla zingara che si mette in fila alla biglietteria della metro di Milano, non per fare il biglietto,ma per chiedere soldi( "ma perchè chiedono i soldi?"-un homeless in Giappone non lo farebbe mai: cagare in mezzo a Kabukicho si, chiedere la carità no); al sorriso della gente che non è solo facciata; al fatto che alle 10 di sera la gente è ancora sul lungomare ("ma perchè sono in giro a quest’ora, non vanno a lavorare il giorno dopo?" – Certo che ci vanno, ma non sono rassegnati al perdersi una così bella "notte di mezz’estate" per sbronzarsi al piano B4 di qualche izakaya..);al "mangia!" della mamma, a Ventimiglia come a Masuda machi, Akita.

E mi sono accorta che mi posso finalmente permettere di ammettere che mi è mancata la mia famiglia, mi sono mancati i miei amici, persino la mia città.

Il viaggio di ritorno è andato liscio, un po’ di ritardo partendo da Bangkok che però è stato recuperato…comunque se vedete questo simboletto fuggite il più lontano possibile

E rieccoci qui…con un caldo inclemente, i soliti problemi al lavoro, la puzza d’ascelle dei salaryman..

però ieri è stata la prima giornata un cui mi sono sentita veramente bene, anche al lavoro mi sono divertita. Finalmente. Dio, la salute è una cosa troppo importante, ci voleva il Giappone per farmelo capire. Quando stai bene fisicamente hai risolto l’80% della tua giornata (la settimana scorsa,per la cronaca, sono di nuovo svenuta, menomale che anche quella volta non ero da sola,ma con un amico. Adesso sto prendendo del ferro e va molto,molto meglio).

Mentre alla tv scorrono immagini di polli morti per il caldo, vi saluto,ne!♥  Vado a fare la danza della pioggia.

 

Standing Ovation, Seated

HELPING PEOPLE UNDERSTAND ART

Sapori diVini

...altro che kimono e fiori di ciliegio!!

Imago Recensio

...altro che kimono e fiori di ciliegio!!

Obsidianne

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BUROGU: Occhi sull`Impero

Riflessioni semiserie di italiani che, per forza o per passione, vivono in Giappone

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